Press : Ute Lemper a Cesena è Marlene Dietrich voce e corpo

L’omaggio della cantante tedesca alla grande diva del cinema E quella telefonata con lei…

Corriere Romagna
03/02/2019

di Claudia Rocchi

CESENA. Come il pubblico ha i suoi idoli, altrettanto gli artisti hanno i propri riferimenti, più o meo dichiarati. Per la tedesca Ute Lemper da Münster, grande voce e interprete, Marlene Dietrich (1901-1992) è artisticamente l’angelo azzurro più fulgido, una icona che ha scandito indirettamente anche la sua crescita d’artista. Per 35 anni Ute è stata raffrontata a Marlene. Ora ha deciso di ricambiarla dedicandole lo spettacolo “Rendezvous with Marlene” (Appuntamento con Marlene) che ha debuttato nel 2018 e che stasera arriva al teatro Bonci di Cesena alle 21, all’inizio di un lungo tour in cui l’artista salirà sul palco di molti teatri europei. Al Bonci l’accompagna un quartetto con pianoforte, violino, contrabbasso e percussioni.

La telefonata di Marlene
Lo spettacolo è nato come conseguenza di un anniversario particolare. Quello di una telefonata avvenuta nel 1988, trent’anni prima, fra la giovane artista Ute Lemper e una icona di cinema e teatro irripetibile come Marlene che il cinema trasformò ne “l’angelo azzurro”. Una telefonata intima, personale, capitata quando entrambe vivevano a Parigi. Un ricordo privatissimo che, trent’anni dopo, Ute ormai artista solida e navigata (è nata nel 1963), ha sentito maturo per essere reso pubblico sul palcoscenico, attraverso la forma artistica di canto, voce, racconto, pronto a essere trasformato in un tributo alla grande artista che, forse inconsapevolmente, le era sempre stata accanto.

L’appuntamento
La telefonata è diventata il pretesto di un concerto spettacolo pensato come dialogo tra Ute e Marlene, alla scoperta della carriera ma anche della vita privata di Dietrich, lungo una linea del tempo che dà continuità a due storie parallele. In “Rendezvous with Marlene” Ute interpreta canzoni fra le più belle e famose di Marlene, le accompagna raccontando aneddoti e “segreti” accattivanti della sua vita. La scaletta prevede quasi una ventina di brani di autori vari, pezzi come “Where have all the flowers gone”, “One for my baby”, “Lola” di Friedrich Hollaender fra gli autori più presenti, la celebre “Lili Marleen”, “Ruins of Berlin” e “Black market”, “Falling in love again”, ma anche pezzi di Prévert “Dejeuner du matin”, di Brel “Ne me quitte pas”, Cole Porter “Laziest gal in town” fino “Blowin’ in thewind” di Bob Dylan.

Il pensiero di Ute
«È il mio personale omaggio alla grande “signora” – ha dichiarato Ute Lemper –. È la storia che desidero raccontare di lei, quella che voglio che la gente ascolti. Ho scritto quest’opera passando dai ricordi, da “chicche” preziose, da molte ricerche, aggiungendo anche un pizzico di immaginazione. Esistono molti ritratti di Marlene, ma questo viene dal mio cuore. La sua vita, le sue canzoni, attraversano la mia voce. Non è una imitazione di lei, è il mio riflesso su di lei, la mia proiezione».

La genesi
La protagonista ha ammesso di non avere registrato quella telefonata, oggi la conserva tutta soltanto nella sua memoria «nel mio cuore e nella mia coscienza». Già in ascesa all’epoca di quell’incontro, Ute Lemper nei trent’anni successivi ha lasciato un segno nei teatri, nel cinema, nei concerti, ha registrato più di 30 cd. Elogiata come protagonista di opere musicali di Kurt Weill e Berthold Brecht, delle Chansons di Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Léo Ferré, Jacques Prevert, Nino Rota, Astor Piazzolla. Ha pure composto a sua volta, lavorato a Broadway, Parigi, Berlino, Londra. Ma di quella telefonata, nulla. «Rimase nel cassetto dei ricordi per molto tempo. Mi sentivo onorata di essere considerata come Marlene Dietrich, ma sapevo di non essere come lei. Sono cresciuta con la musica degli anni ’70, Pink Floyd e Beatles. Tedesca come Marlene, con un rapporto complicato con il mio paese, rabbia e orrore per la Germania nazista e per l’Olocausto, me n’ero andata, avevo sposato un ebreo di New York».

Info: 0547 355959

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